Elio e le Storie Tese Ameri (gli amori)

Accesa, spenta, fra i radiogiornali,
l’auricolare perso in tre canali.
Son loro che ci aiutano a non sentirci soli,
ma un uomo li comanda, e lo chiamiamo Ameri.

Grazie Ameri, vai Ameri,
con il coraggio e la paura di sentirti bene.
Ameri in forma, Ameri in sintonia.
Ciotti ti sgrida (parli sempre tu),
e gli altri a dirgli: “Cosa vuoi che sia?”

Grazie Ameri, vai, Ameri;
descrivi in sintesi che cosa avviene a centrocampo.
Sivori al limite dell’area,
buon disimpegno e Cuccureddu va,
ma ecco Albertosi che lo caccia via.

Immagina una rete di pescatori,
una rimessa d’auto e tanti bei rigori
che gli arbitri decretano per falli non di gomma,
e infatti li rilevano: ve n’è una vasta gamma.

Vai Ameri, grazie Ameri;
ci fosse ancora Bortoluzzi in onda come ieri,
ci abbracceremmo e canteremmo in cor
la canzoncina “Buonasera dottor”
che tramandocci quella brava cantante e madre esemplare
Claudia Mori. E Ghezzi Dori,
che un dì cantava il casaciòc destando dissapori.
La gente intorno grida: “Evviva Wess!”
“Due corpi e un’anima” fu il suo success,
ma dopo lo hanno ostacolato perché era un negro.

Non che sia poco bravo Provenzali,
ma per quest’oggi, Ameri, parla tu.